Reggio Emilia, 20 dicembre 2020
Cari soci,
quello che ci lasciamo alle spalle è un anno difficile e per molti versi doloroso. Tracciare un bilancio equilibrato, senza che l’emotività prenda il sopravvento, è tendenzialmente impossibile. Anche perché la fine di questo anno coincide anche ormai con il termine del mio mandato come presidente del Circolo Equitazione di Reggio Emilia.
Mai avrei pensato che questo sarebbe stato il modo di chiudere due mandati da presidente. Nel corso di questi anni abbiamo cercato di portare a termine gli obiettivi – tanti – che ci eravamo proposti. E lo abbiamo fatto: alcuni si sono realizzati come la nostra lucidità e coerenza avevano previsto, altri speriamo possano realizzarsi in futuro. Nel mezzo abbiamo dovuto affrontare imprevisti importanti, diverse persone hanno fatto scelte diverse, altre molto motivate sono arrivate da noi. E il nostro Circolo ha continuato la sua vita, perché così deve essere.
Prima che ricordare i passi che sono stati fatti, ho voluto parlare delle persone, perché sono quelle che rendono vivo un circolo. Senza di loro, senza di voi, esso non esisterebbe, sarebbe solo un magnifico parco dall’aspetto rigoglioso, ma dall’animo ingiallito e morente.
Ed è sempre in nome delle persone, in rispetto a loro – e quindi a tutti voi – che abbiamo optato per certe scelte piuttosto che per altre. E oggi siamo qui, al vostro cospetto, in occasione del Natale e della fine di questo anno complicatissimo, anche per raccontarvele.
Tutti i rinnovamenti che abbiamo apportato – importanti e, lo dico senza falsa umiltà, molto coraggiosi – hanno trasformato questa nostra realtà in un luogo di incontro e di confronto innovativo, all’avanguardia e pronto ad accogliere le persone.
Come vedete alla fine sono sempre queste che tornano nelle nostre parole: le persone. Gli incontri e gli scontri con le persone, siano esse soci o consiglieri o collaboratori o dipendenti, i confronti continui con loro, la discussione che è scaturita dai costanti dialoghi anche quotidiani hanno permesso a noi di crescere e a voi di essere al nostro fianco.
Sì, avete letto bene. In questo cammino non eravamo noi ad essere costantemente al vostro fianco, ma soprattutto voi al nostro. La linfa vitale che ci avete trasmesso, le critiche costruttive, anche quelle dettate dai malumori quando ci sono stati, ci hanno permesso di andare avanti senza pensare mai, nemmeno un momento, di mollare la presa.
Tutti i rinnovamenti delle strutture, gli interventi in edilizia e in campo energetico, la conversione delle strutture secondo le disposizioni in materia di sicurezza, voluti fortemente dalla presidente dell’Immobiliare Ippica Reggiana, Gianna Grassi e dal suo Consiglio, e tutti quanti i cambiamenti per rendere il circolo più confortevole, per farvelo sentire sempre più vostro, li abbiamo pensati, ideati e realizzati a questo scopo. E lo abbiamo fatto soprattutto grazie al vostro sostegno, alla vostra presenza, al vostro “esserci”.
La disponibilità dell’Immobiliare Ippica Reggiana e della presidente Gianna Grassi ci ha supportato senza esitazione in un percorso lungo sei anni, in perfetta sintonia tra la proprietà immobiliare (che tutt’ora esegue i lavori necessari) ed il Circolo di Equitazione.
Ancora nel corso di questi due mandati, abbiamo voluto trasmettere e infondere in tutti voi un concetto nuovo e diverso di collaborazione soci/rappresentanti. Senza arroganza, pensiamo di esserci riusciti. E pensando di parlare a nome di tutti i miei consiglieri, anche a costo di rivivere le notti insonni e i malesseri che attorcigliavano lo stomaco e l’anima, tornerei a fare tutto quanto da capo.
Solo qualche anno fa sarebbe stato impossibile ridurre drasticamente il budget annuale che costituisce la quota annuale associativa insieme al concetto di categorie di appartenenza. Tutti si sono sentiti considerati: dai single alle coppie over 70, alle altre categorie che ci hanno permesso l’entrata di tanti nuovi soci, che sostituiscono, poiché da noi reso possibile, i soci che per motivi vari ci hanno lasciato.
Lascio un Consiglio che mi è sempre stato vicino, che ha partecipato ad ogni mio dubbio, pensiero, considerazione, gioia e tristezza. So che per i consiglieri non è stato facile. Per questo, oltre a ringraziarli, desidero anche scusarmi con loro per la mia continua ed assidua pressione per la risoluzione di ogni anche più piccolo problema.
Permettetemi di ringraziare anche i nostri dipendenti che, soprattutto quest’anno, si sono adoperati come mai ho visto fare prima.
E lascio dei soci, degli amici, dei compagni di vita con cui mi sono incontrato, scontrato, confrontato, e con cui sono cresciuto.
Grazie del supporto ricevuto che ho percepito senza interruzioni fin dalla sera della mia elezione.
Credo sia giusto che ora tocchi a qualcun altro “governare”, spero nel segno della discontinuità. Non perché si debba cambiare, ma perché si deve essere disponibili a pensare ogni giorno a cosa è meglio per il CERE e non solo per ultimare progetti precedenti.
Questa non doveva essere una lettera di commiato, voleva e vuole essere una lettera di auguri di Natale, ma non posso – non riesco – a tenere separate le due cose.
Natale e Capodanno sono spesso occasioni di bilanci, e questo mio è molto “pesante”. Intendo dire che mi coinvolge totalmente come persona, come uomo, come presidente, come socio di questo circolo, come amico e come familiare.
Vorrei tanto augurarvi un Natale sereno, e così farò, con tutta la sincerità che umanamente posso mettere in questo augurio. Ma l’anno che ci lasciamo alle spalle è uno di quelli più difficili della nostra vita. Lo è stato per l’improvviso travolgimento delle nostre esistenze, per la perdita di un controllo che pensavamo di avere e che la forza della natura ci ha tolto da un giorno all’altro.
Abbiamo cercato di affrontare questa emergenza passo dopo passo, previsione per previsione. Abbiamo studiato i Dpcm, siamo stati presenti fisicamente dentro ad un circolo vuoto, ve lo abbiamo “trasmesso”, fatto vedere, ricordare, ve lo abbiamo tenuto pronto, rinnovato, lo abbiamo sanificato, addobbato, pulito, verniciato, riarredato, innovato. Abbiamo immaginato i vostri pensieri, fatto progetti, discussioni, abbiamo perso il sonno, ritrovato le idee, ci siamo arrabbiati, abbiamo sperato, lavorato, ci siamo presi le RESPONSABILITA’.
Sì, perché tutto il nostro lavoro sta dentro questa semplice parola. Che in 14 lettere racchiude mille doveri, un trasporto dell’animo e un fuoco che non accenna mai a spegnersi.
Ed è con questo stesso fuoco, questa motivazione che ci illumina il cammino, che vogliamo porgervi gli auguri di un Santo Natale più sinceri e profondi come mai prima d’ora vi abbiamo trasmesso.
Il nostro augurio va a ciascuno di voi, bambino o adulto che sia, e racchiude un sogno che non si è mai spento. E che si chiama Circolo Equitazione Reggio Emilia.
Armano Fratti